ARCES VIADANA, per l'Ucraina, a breve la prima consegna a Bacau.
Sarà anche possibile contribuire alle spese di viaggio. Gli estremi (causale Assistenza popolazione Ucraina) li trovate nell'immagine sotto. "Chi volesse aiutarci è sempre e comunque il benvenuto". ARCES c'è, e vada come vada presto partirà il primo mezzo d'aiuti. E' una piccola realtà, dal cuore gigantesco.
Una raccolta straordinaria, e già in un giorno dal lancio dell’appello. Stenta a crederci Giuseppe Guarino, ma la gente ha risposto in maniera più che soddisfacente. ARCES, ancora una volta, sta compiendo e sino in fondo il suo compito che è quello dell’aiuto delle persone in difficoltà. Ci vuole impegno, e soprattutto credibilità. E serve metterci la faccia. La sua, il presidente, non l’ha mai nascosta.
Appena si sarà raggiunto un quantitativo adeguato di generi di prima necessità a lunga conservazione (scatolame, pasta, olio, prodotti per l’igiene, ma anche vestiti nuovi, coperte, materiale per bambini, pannolini e salviette umidificate, omogeneizzati e latte in polvere e ancora materiale sanitario, bende, cerotti e materiale per automedicazione) sarà proprio un suo volontario, Costel Trofin, residente con la moglie Simona a Rivarolo Mantovano a consegnare quanto raccolto a Bacau, città della Romania in prossimità del confine dove c’è un centro di smistamento per i materiali a favore di chi scappa dalla guerra. Costel è originario dell’Ucraina, in quel centro di smistamento lavora la figlia. Partirà appena potrà con un grosso furgonato destinazione Romania. Serviranno fondi per il viaggio, ma il presidente di ARCES non è preoccupato “In qualche modo faremo. Riusciremo a farlo arrivare dove deve arrivare”.
“Una mobilitazione incredibile – ci spiega Guarino – la solidarietà dei Viadanesi supera ogni confine, ogni muro, mi stanno portando gli aiuti umanitari per la guerra fino a casa quando la raccolta presso l’associazione ARCES di Viadana-OdV inizia domani. Sono veramente commosso della generosità e ne sono certo che ne saranno contente tutte quelle persone che stanno scappando dalla guerra. Sono donne e bambini, e sono anziani. E’ un nostro dovere dare loro una mano e lo facciamo con piacere”.