ARCES VIADANA, Galina e Denis, Viadana tentenna, li accoglie Acquanegra sul Chiese.
Le recenti polemiche della consigliera di minoranza Fabrizia Zaffanella non sono altro che la realtà di ciò che succede a Viadana: si compilano moduli, si chiudono le porte, si lasciano gli ospiti e le famiglie accoglienti in balia di se stessi. alina e Denis, mamma e bambino ucraini, finalmente potranno avere un alloggio presso un appartamento messo loro a disposizione dal Comune di Acquanegra sul Chiese e con il supporto dell’associazione Boom Brescia.
La storia ce la racconta la professoressa Maura Amoroso. E’ una storia a lieto fine. E solo questo alla fine è ciò che conta. Anche se un po’ di amarezza resta. “La mamma e il bambino di soli due anni, sono arrivati a Viadana nella notte del 16 marzo, dopo avere trovato, via web, la disponibilità di una famiglia residente a Viadana ad accoglierli momentaneamente per fuggire dalle bombe e dalla devastazione. Dopo un viaggio infinito in auto, Galina e il piccolo Denis hanno trovato una sistemazione temporanea dove riscaldarsi, avere quel minimo di comfort e la sicurezza di sentirsi protetti, pur con il disagio di non parlare la lingua e la preoccupazione di essere ospitati da sconosciuti.
La famiglia viadanese, nei giorni seguenti, si è rivolta direttamente alle istituzioni cittadine, nella convinzione che l’ospitalità e la disponibilità, tanto decantata negli slogan, potesse avere immediato riscontro. Le speranze, però, si sono subito infrante davanti alle fredde parole proferite dalle istituzioni, che si sono limitate a chiarire come compilare la modulistica per la dichiarazione di ospitalità. Nessun ristoro immediato, nessun appartamento a disposizione, nessuna forma di accoglienza è stata possibile: “stiamo aspettando disposizioni dal governo e dalla prefettura”. Nessuna possibilità di inserimento nel nido per il bimbo: l’assurda risposta dei servizi sociali al telefono, “le iscrizioni a marzo non sono possibili”, ha avuto il sapore dell’amara e vera realtà (locale). Per fortuna la rete di solidarietà cittadina, estranea alle istituzioni comunali e viva nelle associazioni di volontariato (ARCES di Viadana) e di professionisti (ROTARY CLUB di Viadana – Casalmaggiore – Sabbioneta), ha collaborato alla costruzione di quell’accoglienza necessaria al raggiungimento di un minimo di benessere per gli ospiti.
La ricerca della sistemazione si è cosi estesa in tutta la provincia di Mantova, incrociando la disponibilità di un comune lontano territorialmente e numericamente da quello di Viadana: il piccolo comune di Acquanegra, nella figura del sindaco dott.ssa Monica De Pieri e l’associazione Boom Brescia, di cui è presidente Marcella Deantoni, ha accolto i due ospiti, mettendo a disposizione un appartamento accogliente e completo di tutto il necessario per dare la possibilità, ai due profughi, di iniziare nuovamente a vivere. Lo stupore e la riconoscenza negli occhi della mamma ucraina nel sentirsi accolta dal sindaco e dall’associazione, presenti nel momento della visita dell’immobile, racchiude il vero significato della parola accoglienza.
Il comune di Acquanegra si è immediatamente attivato anche per trovare posto al bimbo nel nido comunale, garantendo la presenza di interpreti per facilitare la comunicazione. Le recenti polemiche della consigliera di minoranza Fabrizia Zaffanella non sono altro che la realtà di ciò che succede a Viadana: si compilano moduli, si chiudono le porte, si lasciano gli ospiti e le famiglie accoglienti in balia di se stessi. Come cittadina (acquisita) di Viadana ho provato vergogna di ciò che le istituzioni locali sono state in grado di (non) fare e ringrazio di cuore il piccolo comune di Acquanegra, il suo sindaco e l’associazione Boom Brescia, che lavora in sinergia con le istituzioni, realizzando, tutti insieme, la vera accoglienza”.