ARCES VIADANA, Galina e Denis, Maura Amoroso: "La storia la so bene, perché li ho accolti"
La vicenda è quella. La rinarriamo in maniera telegrafica. Arrivati a Viadana ed ospitati da una famiglia (quella di Maura), alla ricerca di una sistemazione tutta per loro a Viadana, senza possibilità a Viadana, alloggiati, grazie anche (o soprattutto) al terzo settore e con l'ausilio dell'Amministrazione di Acquanegra, ad Acquanegra sul Chiese perché Viadana non ha trovato soluzione sul suo territorio.
Ha voluto rispondere alle parole dei due sindaci la professoressa Maura Amoroso, soprattutto alla prima cittadina di Acquanegra sul Chiese, ma anche allo stesso sindaco di Viadana. La professoressa Amoroso ha raccontato una storia con cognizione di causa. Da persona in causa che la vicenda la conosce bene, per averla vissuta sulla sua pelle. Mamma Galina e il piccolo Denis li hanno ospitati lei e suo marito. Nella stanza degli ospiti, prima di cercare di capire se potesse essere possibile trovare per i due – ripetiamo una mamma e il suo piccolo figlio fuggiti dalla guerra – una sistemazione diversa, più accogliente che una stanza in una casa. Ha voluto chiarire, ancora una volta, la vicenda ed è l’unica che può parlarne senza possibilità di essere smentita. E, in effetti, nelle risposte dei sindaci non c’è nessuna smentita. La vicenda è quella. La rinarriamo in maniera telegrafica. Arrivati a Viadana ed ospitati da una famiglia (quella di Maura), alla ricerca di una sistemazione e servizi tutti per loro a Viadana, senza possibilità a Viadana, alloggiati, grazie anche (o soprattutto, come hanno sottolineato gli stessi primi cittadini) al terzo settore e con l’ausilio dell’Amministrazione di Acquanegra, ad Acquanegra sul Chiese perché Viadana non ha trovato soluzione sul suo territorio.
“Per amore di verità e senza alcuna volontà di attaccare politicamente alcuno – spiega la professoressa – lontana dall’essere schierata partiticamente e priva di tessere che consentano al alcuno di incasellarmi in maggioranze e/o opposizioni, in questo o quel colore, mi corre l’obbligo di chiarire alcuni punti della vicenda che ci riguarda: la disponibilità della mia famiglia ad accogliere Galina e Denis è stata, fin da subito, incondizionata; io e mio marito abbiamo aperto le porte di casa nostra senza se e senza ma e l’unica ragione per la quale abbiamo ritenuto di rivolgerci alle istituzioni – a ché ci coadiuvassero nella ricerca di un alloggio – è da rinvenire nel volere offrire a mamma e bambino un ambiente più confortevole di una camera degli ospiti, consentire agli stessi di fare famiglia e vivere sereni senza subire una condizione di precarietà senza sentirsi limitati dalla presenza di estranei. Nessun interesse di parte! Ci siamo anche attivati immediatamente nella ricerca di un affitto temporaneo volendoci far carico economicamente della situazione, ma, purtroppo, senza successo perché, come è noto, quasi nessuno vuol concedere in locazione immobili per pochi mesi e coloro che manifestano tale disponibilità hanno già dato in affitto ad insegnati provenienti da fuori sede. Di certo, da parte nostra, nessuna volontà di scaricare ad altri l’onere dell’accoglienza tanto più che per noi Denis e Galina non hanno mai rappresentato un problema, ma un’occasione per manifestare vicinanza e solidarietà a chi, purtroppo, sta vivendo un momento drammatico. Leggere le esternazioni di chi, piuttosto che gioire per l’evolversi di una vicenda umana così delicata e fare ammenda per non avere dato una risposta immediata a legittime richieste (non ad interessi di parte), si dice attaccato politicamente mi rattrista molto, tanto più che costoro ritengono anche di essere stati oggetto di strumentalizzazione politica! E da chi sarebbero stati strumentalizzati? Certo non da questa cittadina qualunque che presupponendo la buona fede degli interlocutori del caso si dice certa che, visto l’asserito mutuo soccorso, “la collaborazione che si estende anche con i comuni più o meno vicini, instaurando un rapporto di fratellanza e facendo rete…” il prossimo alloggio, nel caso ve ne fosse necessità per l’inaspettato arrivo di rifugiati in uno dei comuni limitrofi, verrà messo a disposizione proprio dal comune di Viadana che troverà anche il modo di garantire a chi ne facesse richiesta anche l’inserimento scolastico perché “la soluzione si trova sempre…”. Piuttosto che di strumentalizzazione politica operata da altri, appare chiaro, come anche nel caso di specie sia valso (rectius: prevalso) il bisogno di dire qualcosa, qualunque cosa! Bene o male non importa, l’importante è che se ne parli! Detto ciò, considerato che ad ospitare i rifugiati (35 famiglie) sono estranei o familiari ed amici di chi si è espresso e non sindaci o amministratori personalmente, rivolgo a costoro l’invito di astenersi dall’esprimere giudizi sul senso di responsabilità delle famiglie ospitanti o a soppesare il loro senso dell’ospitalità e i loro sentimenti, in tal senso Pirandello docet! Rammentando al sindaco di Viadana che il vivere in democrazia autorizza la sottoscritta e chiunque altro ad esprimere apertamente il proprio disappunto sull’operato dell’amministrazione senza incorrere nel reato di lesa maestà, colgo l’occasione per invitare e diffidare tutti coloro hanno ritenuto di doversi esprimere in merito alla vicenda di Galina e Denis dal continuare a coinvolgere la sottoscritta in esternazioni e contraddittori che non le appartengono“.