ARCES VIADANA, quarta consegna di aiuti questa volta a Mariupol.
Ennesima soddisfazione, ed orgoglio. "Eravamo commossi per questa ennesima partenza, cerchiamo di fare la nostra piccola parte in una guerra che continua, senza spiragli di pace dopo aver fatto quello che potevamo nel lungo periodo legato alla pandemia. Siamo pronti a raccogliere ancora e a ripartire anche se nutriamo la speranza che questa guerra possa finire e si possa tornare in pace"
Sono arrivati a destinazione, lo scorso 2 giugno, gli aiuti umanitari raccolti da ARCES, con l’attiva partecipazione dei docenti e del personale ATA dell’Istituto Sanfelice di Viadana, per l’Ucraina. Gli aiuti sono giunti a Mariupol. E’ il quarto carico che giunge in Ucraina grazie all’impegno dell’Associazione Viadanese retta da Giuseppe Guarino.
“Abbiamo cambiato destinazione – spiega il presidente Guarino – perché è diventato più difficile andare verso Sumy. Una questione di sicurezza per chi, pur incurante dell’oggettivo pericolo, è voluto partire. A Mariupol ormai non c’è più nulla da distruggere. Anche questa volta ce l’abbiamo fatta a fare arrivare i nostri aiuti alimentari, medicinali e prodotti igiene. Gran lavoro per l’associazione che in contemporanea in questi mesi ha anche distribuito i pacchetti alimentari del banco alimentare e quelli delle giornate dedicate Coop, alle famiglie di Viadana assistite. Con la quarta missione è giusto fare un bilancio: da piccola associazione abbiamo mandato complessivamente ben 400 colli di solidarietà. Devo ringraziare, da parte mia e dei volontari, quanti hanno contribuito con donazioni in denaro, raccolte 800 euro, che sono servite per le spese di carburante, ogni cittadino ha dato quanto poteva, in particolare si ricorda i condomini del palazzo andato a fuoco in via Manfrassina, motivo di orgoglio Viadanese e il contributo dell’associazione Avulss di Viadana. Costel e Simona per il primo viaggio ai confini tra Romania e Ucraina, Valentina, la sorella Nina con i figli per i viaggi a Sumy e Mariupol”.
Ennesima soddisfazione, ed orgoglio. “Eravamo commossi per questa ennesima partenza, cerchiamo di fare la nostra piccola parte in una guerra che continua, senza spiragli di pace dopo aver fatto quello che potevamo nel lungo periodo legato alla pandemia. Siamo pronti a raccogliere ancora e a ripartire anche se nutriamo la speranza che questa guerra possa finire e si possa tornare in pace”.