Dal miracolo economico al disastro...(tra passato presente e  futuro)

Le cause del disastro economico, gli effetti e le conseguenti condizioni del sud.

Tutto ha inizio negli anni sessanta, la politica dimostrava la propria non lungimiranza. Proprio mentre si gridava al miracolo economico, si lasciava, anzi si favoriva l’emigrazione.   Con lo spopolamento del sud inizia uno  sviluppo economico disordinato sul territorio nazionale,  invece di utilizzare quella opportunità per riequilibrare economia e sviluppo nazionale.  

Tutti i problemi derivanti da questo processo sono addebitabili, soprattutto alla mediocrità politica non solo dei meridionali, quanto anche alla miopia politica dei settentrionali. 

I calabresi e gli altri meridionali che vivono nelle regioni del nord sono stati costretti ad emigrare, un fenomeno storico contraddittorio, ma ormai  strutturale e  consolidato.  Milioni di meridionali  pur di non vivere di assistenzialismo e per non diventare mafiosi,  optarono per l’emigrazione, non per libertà di scelta ma per esigenze economiche. Siamo ormai giunti alla quarta generazione dei cittadini del sud presenti nelle regioni del nord, hanno contribuito allo sviluppo ed arricchimento di quei territori, divenendo parte integrante della vita economica.  

Quelli che ancora oggi sono accusati di voler vivere di reddito di cittadinanza, nonostante il continuo spopolamento degli ultimi anni, dimostri il contrario.    

Certo che c’è anche qualche furbetto, ma ci sono anche furbacchioni parlamentari che percepiscono 20.000 euro al mese ed il più delle volte non fanno il loro dovere, al servizio dei poteri forti di un capitalismo predone che usano i meridionali come serbatoio di manodopera e di voti.  Sviando l’attenzione e colpevolizzando  i poveri. Siamo giunti alla giustificazione della ideologia delle disuguaglianze, falsata dalla narrazione secondo la quale avremmo tutti le stesse opportunità, lodando i ricchi perché capaci ed accusando i poveri di essere degli incapaci.   

Mentre ci toglievano tutti i servizi: chiusura aeroporto di Crotone, come se non bastasse chiusura anche della stazione ferroviaria, la storia infinita della strada  (106) della morte, il non funzionamento dei servizi. 

Manca l’acqua in tutta la Calabria, una regione che dovrebbe averne a sufficienza.  Vi sono comuni come quello di Cutro in condizioni disastrose.  Amministratori regionali incapaci a presentare un progetto di rifacimento della rete idrica utilizzando i fondi strutturali europei, fondi destinati alla regione pronti per essere spesi, ma la Calabria non è mai riuscita a prendere. Stesso discorso vale per il mal funzionamento della raccolta rifiuti, la evidente difficoltà ad adeguarsi alle direttive europee. 

I cittadini del sud, vittime della mala politica regionale,  subiscono ancora oggi lo sconfinamento del conflitto sociale nord – sud.  Il direttore di un giornale che considera i meridionali:  esseri inferiori; a  dimostrazione  della subcultura discriminatoria. 

Il nord che lavora e produce, il sud che vive di rendita?  Basta andare a vedere chi sono quelli che lavorano nelle fabbriche del nord! 

La candidata a presidente della regione Emilia Romagna che afferma in campagna elettorale:  nessuno deve andare più a Cutro. 

Un consigliere comunale di Reggio Emilia, contrario alla denominazione di “via Cutro” in quella città, asserendo che allora il processo Aemilia non ha insegnato nulla, non nasconde la palese intenzione di identificare spregevolmente tutta la comunità cutrese.    >    

Di fronte a questa situazione risalta la pazienza della gente del mezzogiorno, continuano a lavorare, continuano ad emigrare, non fanno dimostrazioni violente.  A Cutro una lodevole iniziativa di protesta contro comune e stato per la totale mancanza di acqua. 

Purtroppo non ha avuto molto seguito,  per   carenza  organizzativa, ma la cosa più preoccupante in quella fase è l’assordante silenzio della politica. 

Certo che la mancanza dell’acqua non è tanto una questione  comunale, le responsabilità vanno ricercate più a monte, cioè alla regione Calabria che non riesce mai a prendere i fondi strutturali  che la comunità europea mette a disposizione.. 

Comunque anche i partiti a Cutro (se ci sono ancora) avrebbero potuto far sentire la propria voce, su una questione di vitale importanza per i cittadini.  Credo che spetti alla politica difendere interessi e diritti di quei cittadini onesti,  al di sopra dei colori politici va difesa la dignità della intera comunità che non può essere confusa con le malefatte di singole persone e/o organizzazioni mafiose. Un simile richiamo era stato fatto anche dal senatore Maurizio Mesoraca in una assemblea pubblica già qualche anno fa. 

Una Italia che non riesce ad applicare le direttive europee, non riesce a prendere i fondi strutturali per le regioni del sud, dimostra tutta la sua debolezza ed incapacità politica. Come lo dimostra il ricorso a migliaia di commissari in tutti i settori ed a tutti i  livelli territoriale ed istituzionale.       

Per la Calabria ed i suoi comuni  c’è bisogno di un profondo rinnovamento della politica di centro sinistra, per una rinnovata visione politico sociale,  c’è bisogno di persone esperte che hanno acquisito competenze in vari paesi europei, lo afferma  anche Gratteri.  Alle prossime elezioni comunali a Cutro bisognerebbe coinvolgere le persone provenienti da quelle esperienze,  che sono tante,  per evitare la diserzione al voto, ma soprattutto per amministrare bene il comune, saper proiettare il presente verso il futuro.  

 

Cordiali saluti                                                                                          

Giovanni  Frijio

Wm-f.lotito